In occasione del Forum in Masseria di Bruno Vespa, il Ministro della Salute Schillaci si è espresso a favore dell’istituzione della scuola di specializzazione in Medicina Generale, già presente in molti paesi Europei.

“Il Covid” dice, “ha amplificato le luci e le ombre del sistema sanitario nazionale. Se da una parte tutti gli operatori sanitari hanno dimostrato grande professionalità, la medicina territoriale ha messo in evidenza tutte le sue fragilità. Si rende necessaria una riorganizzazione a 360° della sanità italiana, che miri alla costituzione di una rete virtuosa di collaborazione tra ospedali e medici di famiglia”.

Questa urgenza sorge dal demansionamento progressivo e dalla burocratizzazione del ruolo del medico di base, che ne ha compromesso nel tempo la “libera professione intellettuale”.

MEDICO DI BASE - RUOLO E FUNZIONI

Considerato uno tra gli sbocchi lavorativi più conosciuti per i medici appena iscvritti all’Albo, quello dei medici di base (o di famiglia) è un ruolo di rilievo, che diventa punto di riferimento per singoli e famiglie in caso di problematiche immediate e urgenti. Questi è in grado infatti di fornire una valutazione preliminare, prescrivere le prime cure, emettere certificati medici e indirizzare il paziente verso lo specialista più adeguato.

L’accesso, ad oggi, è possibile successivamente al conseguimento della laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, e prevede un corso di formazione triennale in Medicina Generale (MMG) al quale si accede tramite concorso pubblico.
Tutti gli approfondimenti circa la mansione, sono consultabili a QUESTO link.

LA REALTÀ ITALIANA

Le criticità prima elencate devono oggi fare i conti con un ulteriore “rischio di impresa”, che non viene compensato né con i salari, ridotti ormai al 50%, né con la presenza di tutele giuridiche, perlopiù assenti.
Il patto tacito con le istituzioni è stato quello di mantenere un rapporto “libero-professionale anonimo”, ma oggi più che mai c’è la necessità di introdurre nel nuovo contratto i concetti di pari opportunità; conciliazione vita/lavoro; adeguata retribuzione e valutazione standard dei carichi di lavoro; part-time e maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro.

A questo fine, occorre un ripensamento a livello formativo, che riavvicini il personale medico ai presidi e servizi ospedalieri e territoriali.
La rivalutazione del medico di famiglia passa dunque da qui: il calo di attrattività va compensato con corsi di formazione a livello nazionale, e dunque tramite una scuola di specializzazione che tenga in considerazione le aziende sanitarie nel percorso di studi, migliorando l’immagine del ruolo e il suo apprezzamento da parte dei soggetti e dalla comunità medica.

In ogni caso vi terremo aggiornati su tutte le novità e le proposte delle istituzioni riguardo le professioni sanitarie e il mondo della medicina.

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